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giovedì 12 maggio 2016

Differenza tra Pretese e Richieste, Empatia, Scelte e Forza Protettiva

Questo post trae spunto dall'incontro con una mamma che mi ha detto:

"Non riesco a far fare a mio figlio ciò che vorrei facesse" 

Mi è subito balzata in testa la parola PRETESE.

Mi è subito venuta in mente l'immagine di mio figlio ieri in giardino,
che giocava beato con la propria zappetta... proprio davanti l'ingresso di casa dove avevamo appena sistemato la terra!
Eh sì, dopo avergli regalato una zappetta tutta sua per fare i lavoretti in
giardino, nell'orto e per giocare con la terra, lui si è messo a giocare.

Quando l'ho visto attraverso la porta finestra


stavo già per reagire, per aprire la porta e dirgli qualcosa. Cosa?
Avrei potuto dirgli qualcosa per ottenere che facesse ciò che volevo io,
in che modo?
Questo per me fa la differenza, perché essere genitore empatico, per me
non significa "subire" tutto ciò che fanno i figli o essere in balìa loro.
Per me significa poter esprimere la mia persona, poter chiedere considerazione per 
ciò che mi sta a cuore, poter coltivare il dialogo... la cosa fondamentale è "come"? Con Empatia.

Avrei potuto chiedere:
"Giona, in questo punto del giardino abbiamo appena sistemato la terra, vorrei proteggere il lavoro appena fatto da me e mamma, ti va di spostarti quì a scavare?" (muovendomi di 5 metri verso l'aiuola con sabbia e terra adibita al gioco e quindi mostrandogliela e avvicinandomi ad essa fisicamente).

Questa poteva essere una RICHIESTA empatica, accompagnata dal mio bisogno espresso verbalmente "vorrei proteggere il lavoro appena fatto".

E se l'avessi fatta?
Magari avrei ricevuto un sereno "ok" :) .
E se invece lui mi avesse detto di no?
Avrei insistito? Cosa avrei fatto? Mi sarei innervosito e avrei iniziato a provare avversione?
Un senso di qualcosa in me "contro" di lui?

E' quì che si misura la RICHIESTA, qualsiasi RICHIESTA, anche la più gentile e morbida... si misura con la risposta dell'altro. Se ricevo un NO e voglio per forza
"far fare a mio figlio ciò che vorrei facesse"
allora molto probabilmente non sto facendo una vera RICHIESTA,
sto facendo una PRETESA, travestita da RICHIESTA.

Non volevo fare una PRETESA, ero preoccupato per il giardino e...

in quel momento ci ho pensato, protetto dalla porta a vetri, ho potuto 
fermarmi. Vedevo il giardino appena sistemato che veniva zappettato e vedevo mio figlio,
lo osservavo giocare, osservava qualcosa lì fra la terra e il luogo che 
colpiva con la zappetta... ho pensato che fosse un momento prezioso per lui, un'esperienza di scoperta, di apprendimento...
mi sono dato EMPATIA: mi sono connesso al mio bisogno di PROTEGGERE il mio lavoro fatto in giardino, alla bellezza del PROTEGGERE qualcosa... ho dato EMPATIA SILENZIOSA anche a mio figlio, mi sono connesso al suo bisogno in quel momento... forse di SCOPERTA? di FARE LE PROPRIE ESPERIENZE? di GIOCO? di LIBERTA'? di SPENSIERATEZZA? Più lo osservavo, più cercavo i suoi bisogni e più ne vedevo la bellezza, ne ero toccato, commosso, rapito...

ci ho pensato, cosa volevo SCEGLIERE? Fare una PRETESA? Fare una RICHIESTA?
Ho ascoltato l'equilibrio tra i miei bisogni e i suoi e ho pensato che potevano convivere lasciando zappettare mio figlio e che al massimo mi sarebbe costato uno o due minuti sistemare quel pezzetto e anzi, forse ci sarebbe stata anche l'occasione per fare una RICHIESTA di collaborazione, in seguito, prendendolo come un gioco e un prendersi cura insieme a lui, di risistemare il pezzetto zappettato.

Mi sentivo felice, connesso a me e a lui, in Equilibrio, potevo VIVERE CON quello che stava succedendo... senza fare alcuna RICHIESTA, lasciandolo nel suo mondo in giardino, libero con la zappetta. La mia era una SCELTA vera, consapevole, non per paura di ricevere un NO o di non saper gestire la sua reazione. Nella mia scelta c'era tutta l'empatia anche per me, la piena considerazione anche dei bisogni vivi in me e del mio equilibrio e del mio benessere, non solo dei suoi. Questa per me è EMPATIA, pienezza di connessione e di considerazione per ognuno. Nessun vincente e nessun perdente: incontro, abbraccio, felicità.
La mia scelta risuonava della risposta che avrei dato a quella mamma:
"Anche io spesso n
on riesco o non voglio far fare a mio figlio ciò che vorrei facesse
e il più delle volte non è un problema"

Posso Felicemente Vivere Con la preferenza dell'altro.
Molto si gioca sulle preferenze e sulle disponibilità...
la mia PREFERENZA sarebbe questa, al contempo SONO DISPONIBILE anche a vivere con quest'altra soluzione.... e se volessi farti una vera RICHIESTA potrei dirti: "Mi sembra di capire che in questo momento la tua PREFERENZA è zappettare quì, al contempo SARESTI DISPONIBILE a spostarti in quest'altro posto per non rovinare il lavoro che ho appena fatto?" Incontriamoci nei nostri reciproci bisogni, dialoghiamo delle nostre preferenze e disponibilità.

A questo punto posso dire che sono contento di vedere che possiamo SCEGLIERE come comportarci come genitori e come esseri umani per coltivare dialogo, connessione ed empatia.

E posso anche scegliere di PROTEGGERMI, quando la preferenza dell'altro è davvero troppo per me, quando è davvero insostenibile, posso fare una SCELTA, posso usare la FORZA che NON è VIOLENZA. La FORZA è forte, calma, presente, solida, matura... profuma di calma interiore, di pace, di considerazione e di amore per sé e in ugual modo per l'altro. Se fosse stato troppo destabilizzante per me quello che stava facendo mio figlio, non avrei fatto una finta RICHIESTA = PRETESA, cioè una RICHIESTA che non era aperta a ricevere un NO. Avrei potuto SCEGLIERE di fare altro: di entrare in relazione facendogli il solletico, o di prendere l'altra zappetta per giocare a spadaccini o anche al limite di prenderlo in braccio e spostarlo da lì o qualsiasi altra cosa che servisse a proteggere l'equilibrio dei bisogni vivi in me e in lui, avrei potuto usare la FORZA che tutti abbiamo per vivere, per SCEGLIERE, per proteggerci e per proteggere, la FORZA PROTETTIVA, senza avversione alcuna verso sé o verso l'altro.

A volte come papà e come mamma scegliamo l'uso della FORZA PROTETTIVA, caratterizzata inconfondibilmente dall'Empatia, dalla Calma Interiore, dalla Non Avversione. Ci sono alcune situazioni in cui il nostro atteggiamento di genitori è questo, sulle cose che riteniamo fondamentali per proteggere l'equilibrio e la vita nella nostra famiglia, nella nostra casa e nel mondo. Sono scelte che facciamo con molta attenzione e molta ponderazione quando hanno influenza sulle preferenze degli altri e dei nostri figli. 
Ciò che voglio condividere con voi in questo post è che
possiamo SCEGLIERE in ogni momento.
Spero questo post vi aiuti a scegliere con più consapevolezza fra PRETESE, RICHIESTE e SCELTE, tenendo in considerazione BISOGNI, PREFERENZE, DISPONIBILITA', EMPATIA, FORZA PROTETTIVA...
Noi stiamo trovando sempre più il nostro equilibrio nel non pretendere
che i nostri figli facciamo le cose che noi vorremmo che facessero
e al contempo nel mantenere la nostra centratura e la nostra forza per proteggere quegli aspetti che ci toccano sul vivo, che ci riguardano personalmente e che toccano i nostri valori fondamentali.

In poche parole, non vivere nelle pretese su molti dettagli quotidiani e al contempo proteggere gli ingredienti che riteniamo essenziali istante per istante per il benessere di ognuno.

Restiamo aperti su questo, ci interroghiamo e ci diamo empatia il più possibile, scegliamo, giochiamo e impariamo cosa funziona meglio per noi e per gli altri. Per vivere felici insieme.

Spero questo post vi sia piaciuto e vi sia utile.

Anche questa è Comunicazione Empatica Noviolenta di Marshall Rosenberg

venerdì 6 maggio 2016

Dare Empatia ai propri figli, incontriamoli nella Pace.

Caro mio blog come stai?

Sono più di due settimane che non ti scrivo,
mi tengo tutto sulla scrivania e sui foglietti sparsi nelle tasche
e tu invece vorresti sapere come va.
Eccomi quì

In questi ultimi dieci giorni
ho vissuto episodi interessanti coi miei figli.
Lunedì Giona di 4 anni e mezzo si è vestito da solo
e al momento di aiutarlo a mettere il maglione
mi sono accorto che non aveva messo le mutande.
Subito ho pensato che non le aveva messe anche altre volte nei giorni precedenti.

E' stato un attimo, ho sentito una contrazione nel petto
e come un tendersi di tutti i nervi, si era attivato il mio sistema di allarme,
stavo per aprire bocca guidato dall'idea che "si devono mettere le mutande"
e ...




mi sono fermato ad osservare questa reazione in me,
ho fatto un respiro consapevole e un po' più lungo degli altri
mi sono connesso alla mia voglia di Pace, di Tranquillità ,
di Serenità per me e per i miei figli,
mi sono ricordato di ciò che spesso coltivo nei corsi di Comunicazione Empatica:
connettermi al mio Bisogno e poterlo esprimere con calma. Avevo bisogno di caoire e connettermi a lui, così ho detto con tono "morbido", "neutro",  senza aria di inquisizione:
"Non hai messo le mutande perché ti sei dimenticato o perché non le vuoi?"
e lui ha risposto:
"Non le voglio"

E' stato di nuovo un attimo, c'è voluto poco per trovarci in un mondo ben diverso
da quello che sarebbe potuto essere se avessi reagito con un "dovere" o un "ordine".
Ci stavamo incontrando nella morbidezza, nel dialogo, nella Pace.
Fatto questo primo passo di connessione
è stato poi semplice dare empatia a Giona per poterlo incontrare ancor di più nel suo vissuto:
"Non le vuoi perché c'è un problema? c'è qualcosa che non va?"
"Mi danno fastidio"
"Ti danno fastidio e ti senti più comodo senza?
"Sì, mi entrano nel culetto"

Ho ascoltato con empatia il suo bisogno di comodità,
mi sono ascoltato e mi sentivo a mio agio e tranquillo
anche all'idea di lasciarlo così, senza mutande, con i pantaloni morbidi della tuta.
Ho pensato che i prossimi giorni insieme a Giona possiamo provare le mutande con calma
e fare una cernita per eliminare quelle scomode,
penso possa essere una bella opportunità per crescere insieme,
per condividere momenti importanti, per costruire insieme la sua autonomia
e per prendermi cura di lui e anche del mio bisogno di proteggerlo
e di contribuire al suo benessere.

Spero che questo racconto ti sia piaciuto,
a me ha fatto piacere vivere quella situazione con empatia
e ancor più raccontartelo.
Sabato 14 e Domenica 15 Maggio 2016
andrò a Morbegno (SO) a parlare di Comunicazione Empatica,

http://www.davidefacheris.com/p/introduzione.html
Sabato ci sarà un evento introduttivo aperto a tutti,
la Domenica ci sarà un laboratorio esperienziale dedicato in specifico all'Empatia tra genitori e figli.
Spero di poter coinvolgere le persone nella bellezza empatica che riesco a vivere ogni giorno grazie alla CNV.
Spero di poter essere utile alle relazioni di tante persone, coppie, genitori, educatori e insegnati.

Un abbraccio,
buona serata
a presto!

Anche questa è Comunicazione Empatica Noviolenta di Marshall Rosenberg