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domenica 25 marzo 2018

Viaggiando di valle in valle

Oggi lavoro nel sole e tra le montagne a Bormio :) "Ma non ti senti come un missionario, andando di valle in valle a portare alla gente il verbo della comunicazione empatica nonviolenta?" mi hanno chiesto ieri.


Ebbene, la mia risposta, vedendo la soddisfazione delle persone in queste giornate è: "Mi sento felice ed entusiasta. Faccio un lavoro che mi sta dando senso e soddisfazione".

Ecco come mi sento dentro di me.

E per voi, la pillola di comunicazione di oggi è saper distinguere un pensiero da una sensazione fisica/emozione.

"Come un missionario" è un pensiero, un paragone.
"Felice ed entusiasta" sono emozioni, stati d'animo.

Distinguere Pensieri da Sensazioni fisiche/Emozioni è una capacità fondamentale per esprimersi e ascoltare con empatia.

Vi va di dirmi cosa ne pensate?
Buon appetito e buona giornata! 

giovedì 8 marzo 2018

Papà, la prossima volta...

C: "Papà, la prossima volta...
che viene la signora delle pulizie,
le dici di pulire le ragnatele sotto al water?"
(si tratta di water appeso al muro. n.d.r.)




D: "Caterina, ti va di andare in lavanderia a prendere uno straccetto di microfibra nell'armadietto?"
C: "Sì"

C: "Papààààà... quali sono quelli di microfibra?"
D: "Quelli colorati che usiamo anche per il pavimento della cucina, arancioni, verdi..."

C: "Ah sì, questo va bene?"
D: "Sì. Ti va di inumidirlo bene nel bidet e poi di strizzarlo?"
C: "Sì... fatto, e adesso?"
D: "Ti va di sdraiarti vicino al water e di pulire le ragnatele con lo straccio?"

C:"Come? Non ci passo."
D: "Secondo me se ti metti così, con il braccio destro così e la testa bassa, vedi bene cosa c'è sotto e riesci a pulire, che ne dici?"
C: "Sì è vero. Fatto!" (mi dice con il sorriso) "Erano solo gomitoli di polvere. E adesso?" (mi dice mostrandomi lo straccio appeso tra indice e pollice)
D: "Ti va di sciacquarlo di nuovo nel bidet o nel lavello in lavanderia e poi di stenderlo sul bordo del lavello così asciuga?"
C:" Sì:"

Poi torna da me sorridendo
D: "Sei contenta? sei soddisfatta?"
C: "Sì, è stato facile" :)
D: "Ti va se ci facciamo una foto ricordo così poi la metto anche sul mio sito?"
C: "Ok" :)


Oggi ho vissuto questo con mia figlia e in questo post ho voluto condividerlo con voi.

Trovo vari spunti interessanti in questo episodio:

1) La serenità generale in cui si è svolta la narrazione. Nella mia voce e nel mio atteggiamento non c'era pretesa né giudizio, né intenzione di "raddrizzare" mia figlia :). Lei pure, mi sembra proprio che l'abbia vissuta molto serenamente. In questa serenità identifico i frutti del lavoro di empatia e di relazione che stiamo facendo da anni io e mia moglie, per creare un clima di dialogo e rispetto reciproco di cui i bambini beneficiano. In specifico il fare richieste che non siano pretese e l'ascolto del NO con empatia. Questa modalità relazionale sta diventando automaticamente anche la loro e celebro questa ricchezza umana, sociale e culturale. Sono felice di viverla e di diffonderla a partire dai miei familiari fino alle persone che incontro nel mio lavoro.

2) Il "prendersi cura" dello spazio in cui si vive. Il senso di cura e di responsabilità.
Il non delegare a terzi (la donna delle pulizie in questo caso). Il provare. Provare a metterci del proprio. Sporcarsi le mani se necessario, per fare esperienza, conoscere attraverso il fare, i risultati più o meno soddisfacenti, poter fare domande al proprio padre, ricevere risposte e sostegno.

3) L'idea di uguaglianza fra le persone, al di là dei ruoli o delle specifiche competenze. Le pulizie non sono solo della "signora delle pulizie" (mia figlia l'ha chiamata per nome, ma per privacy non l'ho scritto), ma sono di tutti. Tutti abbiamo la possibilità e tutti possiamo prenderci la soddisfazione di vedere qualcosa che non ci piace e di "pulirlo". Penso che questo abbia molto a che fare con il rispetto, la dignità di ognuno, l'armonia sociale, il vedersi come persone umane e non come ruoli ingessati in gerarchie e giochi di potere disumanizzanti.

4) Essere genitore empatico e fare scuola a casa con empatia quindi, dal mio punto di vista, non significa spianare la strada ai miei figli togliendo loro qualsiasi fatica o imprevisto. Piuttosto significa presenza, sostegno, equilibrio nelle mie scelte tra il fare per loro, il fare con loro e il non fare. Questi 3 "fare" sono per me tutti molto chiari, distinti ed ugualmente importanti. Homeschooling o Istruzione/Educazione Familiare è quindi uno spazio, un tempo, una relazione in cui crescere insieme sia nel cognitivo, sia nell'esperienza, sia nel fare le proprie scelte, sia nell'essere responsabili, consapevoli e connessi nei confronti di tutto ciò che ci circonda. Scuola a casa, un'occasione per vivere la vita, istante per istante, con empatia e connessione, per cosiddetti "adulti" e per cosiddetti "bambini". Love.

Vivere la vita con la pioggia e con il sole :)

Se avete commenti o domande, sarò felice di leggere e rispondere :)

Buona giornata in connessione

Davide